- lun ago 30, 2010 4:22 pm
#178659
Agli occhi bisogna prestare un'estrema attenzione.
Spesso chi non guarda negli occhi l'interlocutore può essere perché è imbarazzato, insicuro, spaventato, ecc.
E' necessario fare alcune distinzioni (anche se non posso per iscritto andare a considerare tutti i casi possibili).
Gli occhi sono lo specchio dell'anima. Va bene, ma non sempre. C'è chi è abile a mascherare le sue emozioni attraverso il contatto oculare.
Andiamo con ordine.
Lo sguardo fisso negli occhi dell'interlocutore vi è quando non si cercano dei ricordi. Rispondendo a domande del tipo "quanti anni hai, dove sei nato, come si chiama tua madre" non dobbiamo aggrapparci a dei ricordi e di conseguenza lo sguardo è fisso negli occhi dell'interlocutore. Quindi, in questo caso non è menzogna. Lo stesso discorso vale per domande tipo "hai ucciso tu..." che si è certi di non aver fatto.
Se si distoglie lo sguardo dopo la domanda, è sintomo di creazione di una risposta. Se la domanda è "dove sei stato ieri sera?" e io comincio a parlare guardandoti negli occhi "ieri sera sono andato a" e poi distolgo lo sguardo è semplice capire che è una costruzione mentale da due cose: gli occhi che si discostano tardi (avrebbero dovuto farlo prima del discorso verbale e non dopo) e dalla ripetizione della domanda che rappresenta la tipica tecnica evasiva necessaria per prendere tempo. Se sentite qualcuno che risponde ad una domanda del tipo "sei d'accordo al matrimonio fra gay?" e risponde "se sono d'accordo al matrimonio fra gay? certo!" allora è PROBABILE, non certa, una menzogna (va controllato in questo caso il linguaggio del corpo e la microespressione di disgusto).
Gli occhi si distolgono per un sacco di ragioni dallo sguardo dell'interlocutore. Come ho detto prima per imbarazzo, paura, ecc.
A domande come le precedenti l'occhio deve ricordare e di conseguenza lo sguardo è schivo. Se ricordo guardando negli occhi l'interlocutore è SICURO che io stia mentendo.
Infine, facciamo chiarezza sulla posizione oculare, riflessi involontari che in realtà poco contano. A sinistra vi è la parte creativa, mentre a destra quella del ricordo. Lateralmente si ricordano o si creano eventi uditivi, mentre in alto sono visivi. In basso a destra (mia destra) vi è il dialogo interiore, mentre in basso a sinistra vi è una emozione che coinvolge più sensi (ricorda quando correvi, provavi fatica? si guarda a sinistra anche se è un ricordo, ma in basso, perché la fatica è una emozione).
Concludo con la pupilla: essa è inconfutabile per le emozioni. Se essa si contrae (considerando un ambiente asettico privo anche di movimento delle palpebre) dimostra ineluttabilmente la presenza di una o più combinazioni di tre emozioni: paura, rabbia ed eccitazione. Se qualcuno vi guarda negli occhi e notate la pupilla dilatarsi e nel mentre si lecca le labbra, non abbiate paura. E' solo eccitato da voi!
Spesso chi non guarda negli occhi l'interlocutore può essere perché è imbarazzato, insicuro, spaventato, ecc.
E' necessario fare alcune distinzioni (anche se non posso per iscritto andare a considerare tutti i casi possibili).
Gli occhi sono lo specchio dell'anima. Va bene, ma non sempre. C'è chi è abile a mascherare le sue emozioni attraverso il contatto oculare.
Andiamo con ordine.
Lo sguardo fisso negli occhi dell'interlocutore vi è quando non si cercano dei ricordi. Rispondendo a domande del tipo "quanti anni hai, dove sei nato, come si chiama tua madre" non dobbiamo aggrapparci a dei ricordi e di conseguenza lo sguardo è fisso negli occhi dell'interlocutore. Quindi, in questo caso non è menzogna. Lo stesso discorso vale per domande tipo "hai ucciso tu..." che si è certi di non aver fatto.
Se si distoglie lo sguardo dopo la domanda, è sintomo di creazione di una risposta. Se la domanda è "dove sei stato ieri sera?" e io comincio a parlare guardandoti negli occhi "ieri sera sono andato a" e poi distolgo lo sguardo è semplice capire che è una costruzione mentale da due cose: gli occhi che si discostano tardi (avrebbero dovuto farlo prima del discorso verbale e non dopo) e dalla ripetizione della domanda che rappresenta la tipica tecnica evasiva necessaria per prendere tempo. Se sentite qualcuno che risponde ad una domanda del tipo "sei d'accordo al matrimonio fra gay?" e risponde "se sono d'accordo al matrimonio fra gay? certo!" allora è PROBABILE, non certa, una menzogna (va controllato in questo caso il linguaggio del corpo e la microespressione di disgusto).
Gli occhi si distolgono per un sacco di ragioni dallo sguardo dell'interlocutore. Come ho detto prima per imbarazzo, paura, ecc.
A domande come le precedenti l'occhio deve ricordare e di conseguenza lo sguardo è schivo. Se ricordo guardando negli occhi l'interlocutore è SICURO che io stia mentendo.
Infine, facciamo chiarezza sulla posizione oculare, riflessi involontari che in realtà poco contano. A sinistra vi è la parte creativa, mentre a destra quella del ricordo. Lateralmente si ricordano o si creano eventi uditivi, mentre in alto sono visivi. In basso a destra (mia destra) vi è il dialogo interiore, mentre in basso a sinistra vi è una emozione che coinvolge più sensi (ricorda quando correvi, provavi fatica? si guarda a sinistra anche se è un ricordo, ma in basso, perché la fatica è una emozione).
Concludo con la pupilla: essa è inconfutabile per le emozioni. Se essa si contrae (considerando un ambiente asettico privo anche di movimento delle palpebre) dimostra ineluttabilmente la presenza di una o più combinazioni di tre emozioni: paura, rabbia ed eccitazione. Se qualcuno vi guarda negli occhi e notate la pupilla dilatarsi e nel mentre si lecca le labbra, non abbiate paura. E' solo eccitato da voi!
Giacomo