- sab dic 04, 2010 11:53 am
#187523
È finita da alcune settimane la stagione 2010 del famoso parco gardesano e con essa il mio lungo anno di boicottaggio. Un anno di boicottaggio per me molto difficile ma purtroppo anche molto necessario.
Perché questa decisione vi starete chiedendo? Perché Gardaland non è solo una società, è ormai un’istituzione; è stata portata al successo dagli italiani che l’hanno scelta tra altre realtà come il posto più magico d’Italia, mettendola sul piedistallo nonostante i suoi prezzi poco abbordabili e un’offerta di servizi e attrazioni spesso distanti da quelli che sono gli standard mondiali e europei.
I suoi appassionati hanno per anni elogiato e difeso scelte poco condivisibili, lavori incompiuti o solo abbozzati ma ora la situazione è diventata insostenibile, ci si trova davanti a un parco che sempre di più si comporta come una diva viziata e capricciosa con la presunzione che tutto gli sia dovuto. La corda, però, prima o poi si spezza.
Gardaland come prima cosa ha perso contatto con il mondo e non sembra più in grado di comunicare. Si è parlato molto in questi ultimi anni delle discriminazioni verso i diversamente abili e persone affette da sindrome di Down, i quali non possono salire sulla maggior parte delle attrazioni del parco, adrenaliniche e non.
Tutta questa agitazione è nata da un iniziativa di una decina di anni fa, il cui nobile scopo era quello di salvaguardare gli ospiti del parco affetti da diversi tipi di handicap. Gardaland però non si è accorta che il mondo in 10 anni è cambiato e che il modo di suddividere le persone in base al loro handicap è retrograde, offensivo e inutilmente discriminante. Senza peli sulla lingua direi che a oggi è solo un modo per scaricare la responsabilità, lavandosene le mani. Si è parlato di fantomatiche direttive delle case produttrici (poi però vai all’estero e scopri che le stesse attrazioni sono invece accessibili a tutti) o si è incolpata la legge italiana (piuttosto vaga in materia) ma oltre a dare colpe a destra e a sinistra non c’è stata nessuna volontà di sedersi a un tavolo e chiarire queste questioni una volta per tutte. La diva decide, la diva ha ragione.
Gardaland però non riesce neanche a comunicare con chi costantemente supporta e promuove il parco: gli appassionati e in particolare i proprietari dei siti internet non ufficiali sul parco.
Invece di venire considerati come una risorsa vengono trattati come una dolorosa spina nel fianco. “Mettono in confusione i visitatori” si difendono dal parco, ma a qualsiasi richiesta di avere dati più ufficiali la risposta è “I comunicati stampa vengono rilasciati solo alle testate giornalistiche”. E anche in questo caso il parco dimostra di essere rimasto indietro di una decina di anni.
Internet ha spalancato le porte a nuovi modi di fare giornalismo e i blog hanno assunto giorno dopo giorno sempre più potere e prestigio. Basti pensare ai fashion blogger, invitati in prima fila alle sfilate di moda parigine, a Perez Hilton principale fonte di notizie di gossip, musica e cinema e al più recente caso WikiLeaks che ha messo in ginocchio la diplomazia mondiale.
Gardaland invece rimane sul suo trono, non si abbassa a comunicare con i siti, con gli appassionati, però rimane attenta e a ogni minimo errore o dato incorretto arriva subito la segnalazione (magari con ramanzina allegata).
Tutta l’attenzione di Gardaland rimane concentrata su un unico sito del settore a cui, paradossalmente, vengono passate foto e video in esclusiva ancora prima di postarli sul sito internet ufficiale (sul quale spesso non arrivano mai).
Un’altra iniziativa che non è sfuggita all’opinione pubblica è l’introduzione del così detto “Gardaland Express”, servizio che prevede l’accesso ad alcune attrazioni attraverso una fila veloce pagando una cifra intorno ai 12€.
Non è certo un’invenzione di Gardaland, questo servizio è da anni attivo nei più grandi parchi di divertimento del mondo ma non si è mai visto un servizio così disorganizzato come quello proposto dal parco gardesano: le file preferenziali sono in verità ricavate grossolanamente dalle uscite delle attrazioni stesse, il personale non è preparato a gestire entrambe le file il che genera spesso mal contento e addirittura si trovano situazioni in cui la fila express supera, per tempi di attesa, quella normale.
Come se non bastasse il parco ha deciso di inserire anche ingressi express specifici per alcune attrazioni con altissima affluenza (vedi Mammut, novità 2008), in pratica in giornate di alta affluenza un dipendente del parco prende posto all’entrata dell’attrazione in questione e vende il diritto di accesso alla fila veloce a 2,50€. Il risultato ovviamente è una fila ancora più lunga per il normale ospite che ha pagato “solo” i 35€ del biglietto di ingresso.
Lo scandalo sta soprattutto nel fatto che non è in atto nessuna strategia da parte del parco per ridurre o almeno rendere più gradevole l’attesa in coda degli ospiti che spesso, come nel caso di Fuga da Atlantide, sono obbligati ad aspettare sotto il sole cocente per ore.
Se sono qui a scrivere queste righe è perché io in Gardaland credo ancora e perché spero che nel mio piccolo io possa far qualcosa per far uscire il parco da questa situazione di stallo che non potrà risolversi solo con l’installazione di nuove attrazioni.
Un parco è un’esperienza, e proprio come un viaggio non inizia solo una volta varcato il cancello di ingresso ma molto prima, da quando inizia il desiderio stesso di visitarlo e di scoprirlo. L’esperienza può anche non finire mai se chi lascerà il parco avrà dentro di sé la voglia di tornare. Ora starà alla nuova direzione del parco riuscirci, e rendere la diva capricciosa una star da ammirare.
RICCARDO MINORA (www.comearrivarea.com)
Perché questa decisione vi starete chiedendo? Perché Gardaland non è solo una società, è ormai un’istituzione; è stata portata al successo dagli italiani che l’hanno scelta tra altre realtà come il posto più magico d’Italia, mettendola sul piedistallo nonostante i suoi prezzi poco abbordabili e un’offerta di servizi e attrazioni spesso distanti da quelli che sono gli standard mondiali e europei.
I suoi appassionati hanno per anni elogiato e difeso scelte poco condivisibili, lavori incompiuti o solo abbozzati ma ora la situazione è diventata insostenibile, ci si trova davanti a un parco che sempre di più si comporta come una diva viziata e capricciosa con la presunzione che tutto gli sia dovuto. La corda, però, prima o poi si spezza.
Gardaland come prima cosa ha perso contatto con il mondo e non sembra più in grado di comunicare. Si è parlato molto in questi ultimi anni delle discriminazioni verso i diversamente abili e persone affette da sindrome di Down, i quali non possono salire sulla maggior parte delle attrazioni del parco, adrenaliniche e non.
Tutta questa agitazione è nata da un iniziativa di una decina di anni fa, il cui nobile scopo era quello di salvaguardare gli ospiti del parco affetti da diversi tipi di handicap. Gardaland però non si è accorta che il mondo in 10 anni è cambiato e che il modo di suddividere le persone in base al loro handicap è retrograde, offensivo e inutilmente discriminante. Senza peli sulla lingua direi che a oggi è solo un modo per scaricare la responsabilità, lavandosene le mani. Si è parlato di fantomatiche direttive delle case produttrici (poi però vai all’estero e scopri che le stesse attrazioni sono invece accessibili a tutti) o si è incolpata la legge italiana (piuttosto vaga in materia) ma oltre a dare colpe a destra e a sinistra non c’è stata nessuna volontà di sedersi a un tavolo e chiarire queste questioni una volta per tutte. La diva decide, la diva ha ragione.
Gardaland però non riesce neanche a comunicare con chi costantemente supporta e promuove il parco: gli appassionati e in particolare i proprietari dei siti internet non ufficiali sul parco.
Invece di venire considerati come una risorsa vengono trattati come una dolorosa spina nel fianco. “Mettono in confusione i visitatori” si difendono dal parco, ma a qualsiasi richiesta di avere dati più ufficiali la risposta è “I comunicati stampa vengono rilasciati solo alle testate giornalistiche”. E anche in questo caso il parco dimostra di essere rimasto indietro di una decina di anni.
Internet ha spalancato le porte a nuovi modi di fare giornalismo e i blog hanno assunto giorno dopo giorno sempre più potere e prestigio. Basti pensare ai fashion blogger, invitati in prima fila alle sfilate di moda parigine, a Perez Hilton principale fonte di notizie di gossip, musica e cinema e al più recente caso WikiLeaks che ha messo in ginocchio la diplomazia mondiale.
Gardaland invece rimane sul suo trono, non si abbassa a comunicare con i siti, con gli appassionati, però rimane attenta e a ogni minimo errore o dato incorretto arriva subito la segnalazione (magari con ramanzina allegata).
Tutta l’attenzione di Gardaland rimane concentrata su un unico sito del settore a cui, paradossalmente, vengono passate foto e video in esclusiva ancora prima di postarli sul sito internet ufficiale (sul quale spesso non arrivano mai).
Un’altra iniziativa che non è sfuggita all’opinione pubblica è l’introduzione del così detto “Gardaland Express”, servizio che prevede l’accesso ad alcune attrazioni attraverso una fila veloce pagando una cifra intorno ai 12€.
Non è certo un’invenzione di Gardaland, questo servizio è da anni attivo nei più grandi parchi di divertimento del mondo ma non si è mai visto un servizio così disorganizzato come quello proposto dal parco gardesano: le file preferenziali sono in verità ricavate grossolanamente dalle uscite delle attrazioni stesse, il personale non è preparato a gestire entrambe le file il che genera spesso mal contento e addirittura si trovano situazioni in cui la fila express supera, per tempi di attesa, quella normale.
Come se non bastasse il parco ha deciso di inserire anche ingressi express specifici per alcune attrazioni con altissima affluenza (vedi Mammut, novità 2008), in pratica in giornate di alta affluenza un dipendente del parco prende posto all’entrata dell’attrazione in questione e vende il diritto di accesso alla fila veloce a 2,50€. Il risultato ovviamente è una fila ancora più lunga per il normale ospite che ha pagato “solo” i 35€ del biglietto di ingresso.
Lo scandalo sta soprattutto nel fatto che non è in atto nessuna strategia da parte del parco per ridurre o almeno rendere più gradevole l’attesa in coda degli ospiti che spesso, come nel caso di Fuga da Atlantide, sono obbligati ad aspettare sotto il sole cocente per ore.
Se sono qui a scrivere queste righe è perché io in Gardaland credo ancora e perché spero che nel mio piccolo io possa far qualcosa per far uscire il parco da questa situazione di stallo che non potrà risolversi solo con l’installazione di nuove attrazioni.
Un parco è un’esperienza, e proprio come un viaggio non inizia solo una volta varcato il cancello di ingresso ma molto prima, da quando inizia il desiderio stesso di visitarlo e di scoprirlo. L’esperienza può anche non finire mai se chi lascerà il parco avrà dentro di sé la voglia di tornare. Ora starà alla nuova direzione del parco riuscirci, e rendere la diva capricciosa una star da ammirare.
RICCARDO MINORA (www.comearrivarea.com)
Ami viaggiare e ami i parchi di divertimento? Allora metti un "MI PIACE" alla mia pagina Facebook http://www.facebook.com/comearrivarea e visita il sito http://www.comearrivarea.com