- dom set 22, 2013 3:52 pm
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PARTE 5Mercoledì, 21 agosto 2013 - Maui > Los AngelesPrima di lasciare l’isola vogliamo fare un ultimo bagno, mettiamo la sveglia presto e arriviamo a Big Beach nel Makena State Park prima delle 8. Troviamo la spiaggia completamente deserta, tutta per noi, rimaniamo per poco più di un’ora prima tornare in albergo, prendere le valigie e andare verso l’aeroporto di Kahului. Il volo Delta Airlines 1196 parte in orario alle 12:34, volo standard, come quello dell’andata. Attraverso la targa dell’aereo presente sotto la coda del mezzo ho scoperto che il Boeing 757-200 (N751AT) ha ben 29 anni di servizio, è leggermente assurdo che una compagnia occidentale usi ancora questo aeromobile e soprattutto lo usi per tratte di 6 ore lontano da qualsiasi aeroporto anche se con le opportune certificazioni. Comunque, sia dall’esterno e sia dall’interno, sembra che porti molto bene gli anni. Arriviamo a Los Angeles dopo il tramonto potendo ammirare la città illuminata dall’alto. Arrivati in aeroporto, prendiamo le valigie e usciamo sulla strada dove prendiamo il bus dell’albergo. Dormiamo per la notte al Radisson Hotel at Los Angeles Airport, l’hotel è molto buono visto il prezzo sotto i 100€ a notte, le camere sono rinnovate e i letti sono Sleep Number, cioè è possibile cambiare la rigidità del materasso attraverso un telecomando che aziona un compressore. Inoltre avevamo una bella vista dell’ingresso dell’aeroporto e delle piste, nonostante ciò non si sentiva nessun rumore del traffico aereo. Ceniamo nel ristorante dell’albergo, buono e non molto costoso.

Giovedì, 22 agosto 2013 - Los Angeles > ChicagoLasciamo l’albergo con calma, merito anche della stanchezza che inizia a farsi sentire, prendiamo la navetta dell’hotel e raggiungiamo il terminal dell’aeroporto da dove parte Virgin America. Purtroppo a causa del brutto tempo a Chicago (del quale noi non ce ne renderemo conto al nostro arrivo) i voli partono con circa 1:30 di ritardo, come infatti, il volo che doveva essere alle 10:40 ci viene spostato alle 12:15. Ne approfittiamo per usare il Wi-Fi gratuito dell’aeroporto e per pranzare. Il volo Virgin America 232 parte in ritardo alle 12:05 circa. Ho finalmente avuto la possibilità di provare questa compagnia che si merita assolutamente la valutazione come migliore linea aerea americana per il servizio, tutti i posti più spaziosi del normale, hanno un ampio schermo con il sistema di intrattenimento Red tramite il quale è possibile vedere film (alcuni però a pagamento), giocare, ascoltare musica, vedere la mappa del volo e anche prenotare snack e bevande gratuite e non. L’aereo è illuminato con il sistema mood-lighting che illumina la cabina di viola, infine, carine e gentili le hostess. All’arrivo prendiamo le valigie, lasciamo l’aeroporto e ci dirigiamo verso il centro di Chicago. Dopo aver fatto il check-in in albergo, passeggiamo lungo la Michigan Avenue e ceniamo in un moderno McDonald’s non lontano dal nostro albergo. Pernottiamo al The James Chicago, è un bellissimo albergo, 4.5 stelle, centralissimo sulla Magnificient Mile e le camere sono arredate in modo semplice ma con gusto. Particolarmente gentile la ragazza del check-in che ci ha anche dato una mappa della città e cerchiato i luoghi da non perdere. Considerato il prezzo, 400€ per 3 notti (ottenuto grazie ad una promozione 3x2), è assolutamente un affare.
Venerdì, 23 agosto 2013 – ChicagoIniziamo la nostra prima giornata a Chicago con la visita del Millunnium Park. Ciò che salta per primo all’occhio è il Cloud Gate, soprannominato “The Bean”, monumento a forma di fagiolo d’acciaio che riflette su se stesso lo skyline di Chicago. Altri interessanti punti nel parco sono le Crown Fountain, delle fontane dalle quali cade una cascata d’acqua e con uno schermo che raffigura la faccia di un abitante della città. I bambini e non, si divertono a correre tra le due fontane e bagnarsi sotto le colate d’acqua e gli spruzzi. Infine il Jay Pritzker Pavilion nel quale molte sere si svolge un concerto al quale è possibile assistere seduti sull’enorme prato. Passeggiamo quindi fino al Chicago Theatre per una foto alla famosa insegna per poi passare davanti al Richard J. Daley Center e scendere a piedi verso la parte sud del Loop lungo Dearborn St. Consiglio di prendere questa strada anche perché oltre ad essere una delle principali, ai lati è possibile vedere l’Untitled di Picasso e il Flamingo. Con una piacevole passeggiata si arriva alla Willis Tower, il grattacielo più d’America. Devo criticare la pessima organizzazione in quanto all’ingresso ci era stato detto che il tempo di attesa sarebbe stato di un’ora mentre prima di riuscire a salire ne sono trascorse almeno due e a saperlo molto probabilmente saremmo tornati dopo. L’ingresso costa 18$ a testa ma chi ha il CityPass o paga la “modica” cifra di 40$ può salire saltando la fila. Gli ascensori portano allo Skydeck in meno di 60 secondi. In cima è possibile vedere la città dall’altro a 360 gradi, ma la parte più interessante e senza dubbio quella dei balconi in vetro sospesi nel vuoto dove si possono scattare foto molto particolari. Dopo un veloce pranzo prenotiamo la crociera su fiume e lago della Wendella (le imbarcazioni partono vicino alla Trump Tower) di 1:30 per le ore 19 in modo da poter vedere la città sia al tramonto con la luce del sole, sia di notte con lo skyline illuminato. Avendo molto tempo a disposizione scendiamo fino a Grant Park e alla Buckingam Fountain arrivando fino al percorso ciclabile lungo il lago, sarebbe stato bello avendo del tempo a disposizione noleggiare una bicicletta. Risalendo verso il porto d’imbarco per il giro in barca ci fermiamo davanti all’Art Institute Of Chicago e alla nuova Modern Wing disegnata da Renzo Piano giusto per una foto. All’inizio della strada frontale all’ingresso del museo, si trova il cartello d’inizio della famosa Route 66. Con un po’ di anticipo arriviamo all’imbarco per il tour in barca Wendella. Il giro è molto ben organizzato, la barca è grande e poco affollata e c’è una guida che spiega i dettagli di ciascun edificio, il tempo scorre piacevolmente. Consiglio vivamente una visita visto anche il costo non proibitivo, scegliete un tour al tramonto per vedere anche lo skyline illuminato. La sera decidiamo di provare la deep-dish pizza, alta quanto una torta. Andiamo da Pizzeria Uno ma per la troppa fila andiamo alla vicina Pizzeria Due gestita dalle stesse persone e dista circa 50 metri. Per cucinare la pizza impiega 45 minuti, parte dei quali li passiamo conversando con una famiglia di Chicago molto simpatica. La pizza è molto lontana dai nostri gusti, sembra molto casareccia con molta salsa di pomodoro, la mangiamo ma non ci soddisfa pienamente. Per 4 persone bastano due pizze piccole per esser sazi, il costo è anche grazie a questo molto contenuto, sui 40$ in 4 con bibite. Passeggiamo a Chicago fino a tarda serata ma essendo venerdì sera era quasi tutto deserto, meglio tornare in albergo.




























Sabato, 24 agosto 2013 - ChicagoLasciamo l’hotel e ci dirigiamo verso uno dei ristoranti preferiti di Chicago, il Wildberry Pancakes and Cafe, aperto solo il mattino dove come indicato dal nome il piatto principale sono i pancakes. Si trova sulla strada a nord del Millennium Park. Il tempo di attesa era però di 1:15 e non avendo intenzione di buttare l’intera mattina per fare colazione torniamo indietro e andiamo da Starbucks. Facciamo un salto all’ufficio postale per spedire le ultime cartoline e all’Hard Rock Cafè per la classica maglietta. Verso le 10, orario di apertura del Navy Pier, prendiamo il trolley gratuito che fa la spola dalla Magnificient Mile al molo. Faceva davvero caldo quindi ci limitiamo a passare da un negozio all’altro per poi tornare la sera, approfittando anche dei fuochi d’artificio. Sperando di esser più fortunati decidiamo di tornare al Wildberry Pancakes and Cafe e la coda era diminuita a meno di mezz’ora, viene comunque dato un dischetto che suona quando arriva il proprio turno per sedersi al tavolo. Ordiniamo 2 bibite, 2 pancakes al cioccolato e 2 all’Oreo serviti con sciroppo d’acero e panna. I dolci non sono male, inizialmente sono molto buoni ma poi il sapore stanca e si fa difficoltà a finirlo. Nel pomeriggio saliamo la Magnificient Mile fino a nord passando la Chicago Water Tower e la John Hancock Center, il secondo grattacielo più alto della città. Da qui è facilmente raggiungibile a piedi Oak Street Beach, una delle spiagge sul lago Michigan, è molto frequentata e animata, merita una visita. Da qui prendiamo la metropolitana per scendere a sud fino all’Adler Planetarium e dintorni, purtroppo non riusciamo a prendere la sopraelevata in quanto la linea rossa è l’unica che va da nord a sud ed è l’unica completamente sotterranea. Attenzione che bisogna avere i soldi in contanti precisi e non è accettata la carta di credito, anche se è possibile usare lo stesso biglietto per più persone (basta che ovviamente siano caricati i soldi necessari). La zona dove si trovano l’Adler Planetarium, lo Shedd Aquarium e il Field Museum è molto bella e si ha inoltre una vista completa dello skyline di Chicago. Riprendiamo la metro, ceniamo in un California Pizza Kitchen vicino all’albergo, per poi andare verso John Hancock Tower. In alternativa al costoso osservatorio si può andare al Signature Lounge at the 96th dove è necessaria però una consumazione a testa ad un prezzo almeno quadruplo rispetto a qualunque altro bar in città. Purtroppo a causa dell’ora di fila dobbiamo rinunciare per non perdere i fuochi artificiali al Navy Pier dove andiamo sempre attraverso i caratteristici shuttle gratuiti. Rimaniamo fino alle 22:15 per vedere lo spettacolo serale fatto tutti i mercoledì e sabati estivi, un buon modo per salutare Chicago.













Domenica, 25 agosto 2013/Lunedì, 26 agosto 2013 - Chicago > Philadelphia > RomaL’ultimo giorno di vacanza ci svegliamo con calma, facciamo colazione e dopo un ultimo giro in città andiamo verso l’aeroporto di O’Hare dove arriviamo con sufficiente anticipo anche per pranzare. Il volo US Airways 798 per Philadelphia parte in orario alle 13:43, volo tutto ok, Airbus A321 nuovissimo e riusciamo anche ad avere una fantastica visuale della città di Chicago dall’alto. Da Philadelphia il volo US Airways 718 per Roma parte con circa 45 minuti di ritardo alle 19 circa a causa dei problemi con l’assegnazione dei posti che fortunatamente non interessavano anche a noi. Volo standard e nessun problema, trascorso quasi interamente guardando film. Il cibo era nella media mentre le hostess sfioravano il secolo (non scherzo), mi chiedo perché questa compagnia abbia solo personale anziano, anche solo per curiosità. Arriviamo a Roma il giorno seguente alle 9:30 con un leggero ritardo e fine della vacanza.
Un bellissimo viaggio nel quale abbiamo visto centinaia di luoghi dall’est, all’estremo ovest degli Stati Uniti d’America. La California rimane uno dei miei stati preferiti grazie a città come San Francisco e San Diego, ai paesaggi naturali e le leggendarie spiagge. Le Hawaii sono fantastiche, nel mezzo dell’oceano Pacifico, lontane 6 ore di volo dal continente più vicino, godono di un clima tropicale ed hanno una temperatura sempre ideale per il mare anche d’inverno. Queste isole vulcaniche nonostante la loro dimensione ridotta offrono qualsiasi tipo di paesaggio come in nessun altra isola o arcipelago al mondo ed ognuna delle isole principali ha le sue peculiarità. L’isola di Oahu, anche se è probabilmente quello meno scenografica dal punto di vista naturalistico, offre bellissime spiagge come quelle di Hanauma Bay, Kailua Beach e le leggendarie coste della North Shore ideali per il surf soprattutto d’inverno. La città di Honolulu, e principalmente Waikiki, sono imperdibili e offrono una quantità di grattacieli che fa invidia a molte metropoli. L’isola di Kauai è la più naturalistica, le piante e il verde fanno da padroni sull’isola grazie alla pioggia molto più frequente, a volte può risultare fastidiosa anche se è quasi sempre di breve durata e dopo ricomincia a splendere il sole. Offre alcune delle spiagge hawaiane paesaggisticamente più belle e la Na Pali Coast è da togliere il fiato. L’isola di Maui invece è quella più completa, offre diversi tipi di ambienti naturali, dal vulcano alla foresta tropicale pluviale, e una vastissima scelta di spiagge. A differenza di Kauai offre grandi centri commerciali e la sera non si è costretti a rientrare in albergo dopo il tramonto grazie a paesini come Lahaina. Non saprei scegliere un’isola preferita tra Kauai e Maui, ognuna ha le sue particolarità, forse però avendo la possibilità di partire a breve e potendo sceglierne solo un’isola punterei su Maui grazie al clima molto più stabile (ho trovato una leggera pioggia solo ad Hana) e alle maggiori opportunità di svago. Spero comunque di poter tornare nei prossimi anni alle Hawaii per visitare le isole di Big Island e le due minori di Lanai e Molokai e per magari potermi concedere qualche giorno di completo riposo dedicando molto più tempo per ogni luogo. Chicago la ritengo una delle migliori città d’America, è da molti punti di vista simile a New York, dispone di una vasta quantità di grattacieli ma rispetto alla sorella maggiore mi è sembrata più curata, raccolta e omogenea. Il fiume che l’attraversa e il lago Michigan con le sue spiagge danno un tocco di originalità alla città. Il diario è molto lungo, ma mi piace fare le cose per bene e spero che possa essere utile a chi visiterà almeno uno dei luoghi che ho visitato. Adesso non mi resta che pensare alla destinazione prossimo anno… o magari anche prima.
FINE