- sab mar 11, 2017 10:08 am
#349203
Alla fine sono riuscito a vederlo ieri sera. Devo dire che nel contesto del suo genere risulta molto gradevole.
Il brand di King Kong è di base una rivisitazione de "la bella e la bestia", ma in questo caso i ruoli sono invertiti, nel senso che il protagonista assoluto del film è "la bestia", mentre gli umani, compresa "la bella", scivolano in secondo piano.
Siamo innanzitutto a casa di Kong, un isola dove lui è il re, un isola che ricorda la spettacolare pericolosità della prima Jurassic island. La trashissima e presuntuosa razza americana anni 70 in fuga dal Vietnam, appena sbarca sull'isola, viene riportata letteralmente con i piedi per terra, in una sequenza aerea (tributo all'originale) davvero bene fatta, sia nella dinamica dello scontro che nella CGI, ma soprattutto nella colonna sonora.
Gli abitanti dell'isola, nel loro mutismo rispettoso ben definisco il ruolo ai cui possono ambire gli umani nello scacchiere dell'isola, poco più che mere comparse al cospetto di forze devastanti.
Come è lecito aspettarsi gli invasori, finiscono per perire nelle maniere più disparate, alcune sono ben realizzate e contribuisco a dare credibilità e pericolosità all'isola, altre, forse troppe, sono davvero esagerate e per questo un po' stonano.
Capisco la difficoltà di alzare sempre di più il livello di stupore e di ansia nello spettatore, ma quando esageri la tensione inevitabilmente si rompe.
Senza spoilerare, mi riferisco alla scena della macchina fotografica che continua ad emettere flash. Non tanto perchè assolutamente poco plausibile, quanto piuttosto perchè superflua, sarebbe bastata la foschia e qualche brontolio per ottenere suspence....
La fotografia in generale è molto bella di giorno, complice la collocazione temporale negli anni 70, di notte invece risultano eccessivi e ancora totalmente superflui alcuni ricorsi alla cgi nel cielo, molto meglio le scene con la nebbia.
Apprezzabile la poca pretesa di caricare il film di significati e riflessioni sui temi più profondi, la scatola non è vuota si intende, ma il regista e gli sceneggiatori per fortuna non si prendono troppo sul serio e decidono di appoggiarsi a diversi luoghi comuni e personaggi prestampati senza la pretesa di comunicarci chissà quale verità.
Non è Avatar, per intendersi...
Chiudo con The King: contestualizzato nel suo regno risulta credibile, espressivo ma mai stucchevole, diversamente per esempio da Gozilla. Questa discriminate, per quanto basica, è di fondamentale importanza nello sviluppo della trama. Non è importante da dove viene, ma cosa fa e perchè lo fa, altrimenti ti riduci solo a qualcosa che mangia e distrugge.
Lui, invece, regna.
Il brand di King Kong è di base una rivisitazione de "la bella e la bestia", ma in questo caso i ruoli sono invertiti, nel senso che il protagonista assoluto del film è "la bestia", mentre gli umani, compresa "la bella", scivolano in secondo piano.
Siamo innanzitutto a casa di Kong, un isola dove lui è il re, un isola che ricorda la spettacolare pericolosità della prima Jurassic island. La trashissima e presuntuosa razza americana anni 70 in fuga dal Vietnam, appena sbarca sull'isola, viene riportata letteralmente con i piedi per terra, in una sequenza aerea (tributo all'originale) davvero bene fatta, sia nella dinamica dello scontro che nella CGI, ma soprattutto nella colonna sonora.
Gli abitanti dell'isola, nel loro mutismo rispettoso ben definisco il ruolo ai cui possono ambire gli umani nello scacchiere dell'isola, poco più che mere comparse al cospetto di forze devastanti.
Come è lecito aspettarsi gli invasori, finiscono per perire nelle maniere più disparate, alcune sono ben realizzate e contribuisco a dare credibilità e pericolosità all'isola, altre, forse troppe, sono davvero esagerate e per questo un po' stonano.
Capisco la difficoltà di alzare sempre di più il livello di stupore e di ansia nello spettatore, ma quando esageri la tensione inevitabilmente si rompe.
Senza spoilerare, mi riferisco alla scena della macchina fotografica che continua ad emettere flash. Non tanto perchè assolutamente poco plausibile, quanto piuttosto perchè superflua, sarebbe bastata la foschia e qualche brontolio per ottenere suspence....
La fotografia in generale è molto bella di giorno, complice la collocazione temporale negli anni 70, di notte invece risultano eccessivi e ancora totalmente superflui alcuni ricorsi alla cgi nel cielo, molto meglio le scene con la nebbia.
Apprezzabile la poca pretesa di caricare il film di significati e riflessioni sui temi più profondi, la scatola non è vuota si intende, ma il regista e gli sceneggiatori per fortuna non si prendono troppo sul serio e decidono di appoggiarsi a diversi luoghi comuni e personaggi prestampati senza la pretesa di comunicarci chissà quale verità.
Non è Avatar, per intendersi...
Chiudo con The King: contestualizzato nel suo regno risulta credibile, espressivo ma mai stucchevole, diversamente per esempio da Gozilla. Questa discriminate, per quanto basica, è di fondamentale importanza nello sviluppo della trama. Non è importante da dove viene, ma cosa fa e perchè lo fa, altrimenti ti riduci solo a qualcosa che mangia e distrugge.
Lui, invece, regna.
Everything happens for a reason and that reason is usually physics.




